Pompelmo e medicinali: interazioni, rischi e come evitarli

Il pompelmo può interagire con i principi attivi contenuti in vari medicinali, sapere come comportarsi in questi casi può salvaguardare la nostra salute.

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Matteo Migliaccio

Farmacista, nutrizionista e Personal Trainer

Laureato in Farmacia e in Scienze della Nutrizione Umana, attualmente svolge la libera professione di nutrizionista, con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute delle persone attraverso una corretta alimentazione e uno stile di vita attivo.

Pubblicato: 15 Maggio 2024 10:00

In nutrizione il pompelmo è un frutto molto apprezzato e di cui è stato fatto un largo uso in molte diete dimagranti negli anni ‘90, in virtù delle sue presunte proprietà brucia grassi. Spesso associato alla prima colazione, oggi viene largamente utilizzato in cucina nella preparazione di moltissime salse e piatti stellati.

Il pompelmo e le sue origini

Il pompelmo (Citrus x paradisi Macfad., 1830) è un frutto facente parte della famiglia delle Rutaceae che appartiene al genere Citrus, lo stesso genere nel quale ritroviamo piante più famose e di largo uso sia in cucina che nell’alimentazione di tutti i giorni, come il mandarino, il limone e le arance.

Si presenta come una pianta alta qualche metro, con una corteccia granulosa color marrone scuro e con foglie lucidi dal color’ verde vivo e che generano frutti di notevoli dimensioni con la buccia lucida e rugosa di colore giallo pallido e che emanano un odore caratteristico.

Si pensa che il pompelmo sia originato dall’ibridazione ancestrale tra due piante del genere Citrus, ossia Citrus maxima che è la più grande di questo genere e che produce frutti chiamati pomeli e Citrus reticulata, dalla quale si generano i comuni mandarini

Tale ibridazione sarebbe anticamente avvenuta in medio oriente ed avrebbe dato vita a primitive piante di pompelmo che poi sono state successivamente coltivate e selezionate da antichi agricoltori, al fine di mitigare il sapore molto acre dei loro frutti.

Ad oggi sul mercato esistono numerose varianti di questo frutto, che si distinguono osservando attentamente il colore della loro polpa, abbiamo il pompelmo giallo, quello rosa ed il rosso, che ad oggi è quello dal sapore più gradevole ed anche il più richiesto sul mercato.

Il pompelmo, valori nutrizionali

I valori nutrizionali del pompelmo sono abbastanza in linea con quello che è il principale motivo per il quale viene largamente consumato, non per il suo gusto che ad alcuni può piacere ma a molti invece suscita solo disgusto a causa della sua accentuata acredine, ma per le poche calorie che presenta.

Energia 29 kcla/100 g
Acqua 91,2 g/100 g
Carboidrati 6,2 g/100 g
Zuccheri semplici 6,2g /100 g
Proteine 0,6 g/100 g
Lipidi 0 g/100 g
Fibra totale 1,6 g/100 g
Vitamina C 40 mg/100 g

Come si può osservare dalla tabella 100 g di pompelmo apportano solamente 29 kcal questo apporto calorico così esiguo lo rendono un alimento con una bassissima densità calorica e quindi non è strano che sia stato considerato un frutto d’elezione per le colazioni di molte diete dimagranti.

Inoltre contiene anche 0 g di grassi, solo 0,6 g di proteine ed un contenuto di vitamina C non elevatissimo, ma nella media.

I carboidrati sono costituiti unicamente da zuccheri semplici, questo fattore è comune a moltissimi frutti, e seppur il contenuto di zuccheri semplici in una dieta sana sarebbe da limitare non è comunque il caso di limitare l’assunzione di frutta.

Il suo caratteristico gusto molto acre lo rende anche un alimento particolarmente difficile da consumare in grandi quantità ed è anche per questo motivo che viene consigliato il suo consumo in alcune diete ipocaloriche.

Più spesso si preferisce consumare il suo succo, sotto forma di premuta, magari opportunamente zuccherata oppure diluita con il succo di altri agrumi o frutti più dolci così da migliorarne il sapore.

Come il succo di pompelmo interagisce con il nostro organismo

Il pompelmo ed in particolar modo il suo succo, sono stati largamente studiati per via degli effetti che la loro ingestione provoca sull’organismo umano, in particolar modo sulla capacità del fegato di metabolizzare alcuni farmaci e sostanze.

Il pompelmo infatti contiene al suo interno una molecola chiamata bergamottina, una furanocumarina, che inibisce l’azione dell’enzima epatico CYP3A4, isoforma del più famoso complesso enzimatico CYP450, atto alla metabolizzazione di un grande numero di molecole, tra principi attivi di farmaci ed altre molecole introdotte con l’alimentazione.

La bergamottina, come altri inibitori, viene metabolizzata dal citocromo 3A4, presente sia a livello intestinale che epatico, e lo inattiva irreversibilmente, questa inattivazione  provoca una diminuzione della presenza di questo gruppo di enzimi all’interno dell’organismo ed in particolare nel fegato che non sarà quindi più in grado di metabolizzare efficacemente altre molecole.

La diminuzione dell’attività farmaco metabolizzante epatica causerà un aumento della biodisponibilità di numerosi principi attivi, i quali adesso saranno lentamente ed o scarsamente metabolizzati, per mancanza del citocromo atto a tale scopo, e pertanto potrebbero raggiungere concentrazioni plasmatiche tali da indurre effetti collaterali, o anche non venendo metabolizzati potrebbero non andare a svolgere la propria azione farmacologica.

Una volta che il complesso enzimatico è stato inibito in maniera irreversibile dovrà essere nuovamente biosintetizzato dall’organo epatico, e questo processo potrebbe richiedere anche molto tempo, a seconda delle oscillazioni insite nella popolazione generale riguardanti la capacità epatica ed anche lo stato di salute dell’individuo in questione.

Nel succo di pompelmo vi sono inoltre altri componenti che sono capaci di inibire alcune glicoproteine presenti a livello intestinale che si occupano del trasporto delle molecole dall’interno dell’intestino verso l’organismo, questo può provocare il mancato assorbimento di alcuni principi attivi con conseguente riduzione dell’efficacia terapeutica ed inoltre potrebbe portare sempre alla comparsa di effetti collaterali locali.

Il succo di pompelmo come brucia grassi

Il succo di pompelmo veniva spesso utilizzato nei protocolli alimentari ipocalorici in virtù della sua presunta attività brucia grassi, infatti si riteneva che per via della presenza nella sua polpa di un principio attivo facente parte della famiglia dei flavanoni, la Naringenina, avesse la capacità, se ingerito, di potenziare l’ossidazione degli acidi grassi e quindi favorire l’utilizzo del tessuto adiposo ai fini energetici.

In realtà non esiste un alimento capace di bruciare i grassi, o comunque di potenziare in modo netto ed importante la loro metabolizzazione.

La Naringenina nell’organismo presenta invece un’azione benefica, ma che si esprime come molecola avente funzione antinfiammatoria ed antiossidante.

Quali farmaci non si possono assumere con il pompelmo?

A causa della presenza nella sua polpa della bergamottina, inibitore irreversibile del complesso enzimatico CYP3A4, il pompelmo non deve essere associato all’assunzione di innumerevoli farmaci, tra questi ritroviamo:

  • Alprazolam
  • Atorvastatina
  • Cisapride
  • Terfenadina
  • Felodipina
  • Nisoldipina
  • Ciclosporina
  • Midazolam
  • Triazolam

Bisognerebbe, dunque, discutere con il proprio medico delle proprie abitudini alimentari prima di iniziare terapie farmacologiche con queste molecole.

Tutte queste molecole sono farmaci che dovrebbero essere assunti solamente previo prescrizione del medico curante, perché utilizzati per curare stati patologici ben specifici e spesso cronici ed anche per via dei potenziali effetti collaterali che possono causare all’organismo qualora ne venisse fatto un abuso.

Ciclosporina

La ciclosporina è un antibiotico peptidico, ma è principalmente utilizzata nel trattamento dell’artrite reumatoide perché si è dimostrata efficace nel ritardare la comparsa di nuove lesioni ossee.

Se assunta contemporaneamente al succo di pompelmo, quest’ultimo può causare un aumento della biodisponibilità del farmaco fino al 162%, il che sarebbe come assumere una dose 1,5 volte maggiore.

Felodipina

La felodipina è una molecola facente parte della famiglia dei calcio antagonisti, questi farmaci vanno a bloccare l’ingresso dello ione Ca2+, nella muscolatura delle arterie e dei piccoli vasi così da ridurre la pressione ed aiutare di riflesso il lavoro cardiaco che con la sua azione di pompaggio del sangue dovrà vincere delle resistenze periferiche minori.

E’ un farmaco largamente prescritto ed utilizzato e la sua assunzione in concomitanza con il consumo del succo di pompelmo provoca un aumento di ben tre volte la biodisponibilità della molecola.

Nisoldipina

La nisoldipina è anch’essa una molecola calcio antagonista, ed in quanto tale è utilizzata per ridurre la pressione arteriosa, se assunta insieme al succo di pompelmo quest’ultimo provoca un raddoppio della biodisponibilità del farmaco nell’organismo.

Terfenadina

La Terfenadina è una molecola che fa parte degli antagonisti del recettore H1, comunemente utilizzati per scongiurare o mitigare gli eventi allergici.

Veniva largamente usata nel periodo primaverile nel quale si rileva un picco di eventi di rinite allergica, e se assunta insieme al succo di pompelmo si può registrare un aumento spiccato della biodisponibilità del medicinale ed inoltre anche delle modifiche del tracciato dell’elettrocardiogramma (ECG), questi eventi hanno causato in alcuni soggetti addirittura aritmie fatali, le quali hanno comportato la sospensione dal commercio di tale molecola.

Midazolam 

Il midazolam è un farmaco di cui si fa larghissimo uso, fa parte della famiglia delle benzodiazepine, farmaci aventi funzione sedativa ed ipnotica usati per mitigare gli stati d’ansia, gli attacchi di panico e per indurre il sonno in persone che soffrono di insonnia cronica.

Questo farmaco se assunto insieme al succo di pompelmo andrà ad avere un aumento della sua azione di ben il 170%.

Atorvastatina

L’atorvastatina è un farmaco estremamente utilizzato dalla popolazione generale in quanto fa parte della grande famiglia delle statine, molecole utilizzate per inibire l’enzima HMG-CoA reduttasi, che si occupa della biosintesi endogena del colesterolo la quale avviene a livello epatico in particolar modo nelle ore notturne.

In Italia sia per la scarsa educazione alimentare, che per l’assenza di moto nella popolazione generale ed anche per la presenza di problematiche genetiche che aumentano la sintesi del colesterolo, moltissime persone ricorrono alle statine per ridurre il colesterolo ematico e scongiurare eventi cardiovascolari che potrebbero accorciare la loro aspettativa di vita.

L’effetto collaterale più frequente che si riscontra quando si assumono queste molecole è la rabdomiolisi, ossia la distruzione delle cellule della muscolatura scheletrica dei grandi gruppi muscolari, primo fra tutti il quadricipite.

I sintomi sono spesso, dolore muscolare, debolezza muscolare, stanchezza, e produzione di urine brune, in genere si verifica nel 10% dei pazienti trattati con questi farmaci.

L’assunzione del succo di pompelmo in pazienti che si trovano in terapia con questa molecola può portare ad un aumento di questi eventi, proprio a causa dell’inibizione irreversibile del CYP3A4 che causa di riflesso un aumento della biodisponibilità di tale molecola.

Interazioni con i farmaci e come comportarsi

Cibi, bevande, ed altre molecole possono influenzare l’assorbimento, la metabolizzazione e la biodisponibilità di numerose molecole e principi attivi.

Alcuni farmaci ad esempio devono essere categoricamente assunti in maniera distanziata l’uno dall’altro, altri a stomaco pieno, altri ancora invece a stomaco vuoto lontano dai pasti.

Quindi le nostre abitudini alimentari e quotidiane possono avere un effetto anche importante sull’azione dei medicinali e decretare il successo o l’insuccesso di una terapia farmacologica e la comparsa o meno di effetti collaterali.

La soluzione a queste problematiche non è sicuramente quella di non intraprendere un percorso terapeutico, ma bensì quello di modificare le proprie abitudini alimentari per salvaguardare la sicurezza e l’efficacia della terapia che stiamo seguendo.

Pertanto discutere di queste interazioni con il medico curante, e modificare la propria routine alimentare eliminando quando necessario, in maniera motivata, alcuni alimenti può essere essenziale per prendersi cura della propria salute, migliorare il proprio stile di vita ed accedere ad un benessere maggiore.

Fonti bibliografiche

  • B.G. Katzung – Farmacologia generale e clinica – IX Ed. – PICCIN – 2012 – p74-75 – p205 – p312 – p433 – p724
  • www. Crea.gov.it – Tabelle di composizione degli alimenti
  • L. Annunziato, G.F. di Renzo – Trattato di farmacologia – II Ed. – IDELSON-GNOCCHI – 2016 – p1345
  • Walter Balduini, Lcuio G. Costa – Tossicologia generale e applicata ai farmaci – I Ed. Edra – 2015 – p 185